Viales scruta la realtà circostante con l’occhio dello psicologo, intento a compenetrarsi nell’animo umano.

Viales scruta la realtà circostante con l’occhio dello psicologo, intento a compenetrarsi nell’animo umano.
I volti non a caso manifestano atteggiamenti interiori e talora appaiono così amalgamati da creare complessi monumentali.
L’interesse è focalizzato sul rapporto dell’uomo nei confronti della vita, che purtroppo appare drammatico, ma è teso alla riflessione dello spettatore.
Dura è la lotta contro lo scorrere frenetico del tempo, contro lo scoccare delle ore, basta però non arrendersi davanti agli ostacoli ed affrontare come l’equilibrista “l’orizzonte della vita”.
Dipende solo da noi smascherare la falsità e scoprire chi c’è “sotto la pelle”, superare le ingiustizie che non mancano mai di stupirci o evitare di soffrire per l’indifferenza altrui. Ognuno raggiunge un suo livello spirituale e, come in “Dubium Vitae”, tutto dipende dagli ingredienti usati.
Lo stile richiama più correnti fuse in maniera geniale, ma il Surrealismo e la Metafisica hanno certamente un ruolo determinante. L’abilità nell’uso dell’olio e della china è sempre adeguato agli stati d’animo.
Viales è riuscito a distinguersi dagli artisti contemporanei grazie al suo genere innovativo, ottenendo vari riconoscimenti in mostre collettive e personali ma per essere pienamente apprezzato nel suo genere dovrà essere conosciuto a livello internazionale.
Alessandra Bartomioli